La cristianizzazione della città

Ambrogio consacra la chiesa di San Lorenzo

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In epoca tardoantica Florentia conserva un ruolo strategico nei collegamenti tra le provincie del nord dell’impero e Roma, e anzi diviene probabilmente la sede o una delle sedi del governatore – il corrector – della provincia di Tuscia et Umbria, istituita con la riforma amministrativa di Diocleziano alla fine del III sec. Al 313, inoltre, risale la prima notizia di un vescovo fiorentino, Felice, che attesta l’avvenuto radicamento del cristianesimo in città, probabilmente introdotto da una comunità greco-siriaca insediatasi in Oltrarno, presso il ponte che attraversa il fiume.

La progressiva affermazione del cristianesimo produce segni anche sull’assetto urbano della città, nella quale cominciano ad apparire gli edifici legati alla nuova religione. Le prime basiliche sorgono in località marginali: all’interno della città nei pressi delle porte; oppure fuori dalla cerchia muraria lungo le direttrici viarie, in corrispondenza di siti cimiteriali.

La prima basilica di cui si abbiano notizie è quella di San Lorenzo, costruita alla fine del IV sec. su una lieve altura lungo la via Cassia a poca distanza dalla porta nord, sul sito dove gli scavi archeologici hanno individuato un edificio termale risalente al II secolo d.C. e una fila di tabernae, cioè di botteghe, allineate lungo la strada.

Tra la fine del IV e l’inizio del V sec., sempre fuori le mura, nell’area d’Oltrarno in cui si era insediata la comunità greco-siriaca, viene eretta una seconda basilica cristiana, dedicata a S. Felicita. Sorta in una zona ancora poco urbanizzata, nel punto in cui si congiungono la via diretta a Pisa, quella diretta a Volterra e la Cassia Nuova, la basilica viene costruita accanto a un cimitero paleocristiano e, ugualmente a quanto accade con S. Lorenzo, addensa lo sviluppo degli insediamenti in formazione lungo quelle direttrici viarie.

All’interno della cerchia muraria sorgono altre due basiliche. Nelle adiacenze della porta meridionale viene costruita una tra la fine del IV e l’inizio del VI sec., forse corredata da un piccolo battistero esterno. A est della porta settentrionale, quasi in corrispondenza delle vecchie mura coloniali, nello stesso periodo viene innalzata la basilica forse inizialmente intitolata al S. Salvatore, e poi ridedicata a S. Reparata. È dibattuto se la chiesa sia stata parte già in epoca tardoantica di un possibile complesso episcopale; oppure se la prima sede dei vescovi fiorentini sia da porre a S. Lorenzo. In ogni caso il primo episcopio di cui si abbia notizia, nel IX sec., è attestato nell’area della basilica di S. Salvatore-S. Reparata, e al posto della chiesa, alla fine del XIII sec., inizierà la costruzione dell’attuale S. Maria del Fiore.

Alla progressiva cristianizzazione della struttura urbana di Florentia fa da contrappunto l’abbandono dei grandi complessi pubblici. Templi pagani, edifici per gli spettacoli e impianti termali cominciano a cadere in disuso già alla metà del IV sec., sotto la condanna della nuova etica cristiana. Ormai inutili, questi complessi vengono spogliati dei loro materiali pregiati e utilizzati per altri scopi. Il teatro, ad esempio, subisce le prime spoliazioni nel corso del V sec., venendo poi impiegato per sepolture, ripari e forse come presidio fortificato nell’ambito del sistema di difese della città.

Il ridimensionamento dei commerci a largo raggio riduce gli impianti produttivi e si riflette sulla qualità del tessuto urbano, più povera. È possibile inoltre che Florentia abbia conosciuto una difficoltà nell’approvvigionamento idrico, forse dovuta all’interruzione dell’acquedotto. L’abbandono degli impianti termali è infatti accompagnato dalla scomparsa delle numerose fullonicae che punteggiavano il tessuto urbano, anch’esse grandi utilizzatrici di acqua. Il nuovo paesaggio della città tardoantica è ben esemplificato dall’area in prossimità della porta meridionale, dove la basilica si sovrappone ai resti della fullonica rinvenuta sotto piazza della Signoria.


BIBLIOGRAFIA

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  • Firenze prima degli Uffizi. Lo scavo di via de’ Castellani: contributi per un’archeologia urbana fra tardo antico ed età moderna, a cura di F. Cantini, C. Cianferoni, R. Francovich, E. Scampoli, Sesto Fiorentino, All’Insegna del Giglio, 2007.

  • Archeologia invisibile a Firenze. Storia degli scavi e delle scoperte tra San Lorenzo, Santa Maria Novella e Fortezza da Basso, a cura di M. Salvini e S. Faralli, Firenze, Edizioni dell’Assemblea, 2020.