L’alluvione del 1966 non frena l’espansione della città, che sotto la spinta della crescita demografica continua a svilupparsi. Tra gli anni Sessanta e Ottanta si consolida l’urbanizzazione delle zone di Novoli, Rifredi, Coverciano, Bellariva, Gavinana, Soffiano, Isolotto. Una crescita analoga interessa alcuni comuni limitrofi alla città, come Scandicci e Sesto Fiorentino. Firenze è ormai proiettata in una dimensione metropolitana, che travalica ampiamente i confini del proprio territorio comunale.
La crescita avviene talvolta in modo disordinato, prevalentemente nelle aree periferiche ancora libere che vengono occupate nella logica dell’espansione a macchia d’olio.
Negli ultimi decenni si tentano tuttavia esperimenti. Nell’area ex-Fiat a Novoli, ad esempio, dopo l’abbandono delle attività industriali agli inizi degli anni Ottanta si comincia a pianificare un nuovo brano di città che, nonostante le varianti e i ripensamenti, cerca di raggiungere un livello di qualità contemperando la residenza con un parco e con funzioni terziarie. All’interno del centro antico, dove si assiste a una progressiva diminuzione della popolazione residente, già a partire dagli ultimi decenni del Novecento gli interventi più importanti si limitano alla ristrutturazione e al riuso di complessi esistenti.
Si impone in questi anni una visione metropolitana estesa che vede insieme le città di Firenze, Prato e Pistoia ma che ancora stenta a prendere forma.
Il 17 dicembre 1982 il Centro Storico di Firenze entra nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
All’inizio degli anni Novanta la pianificazione urbanistica di Firenze si pone l’obiettivo di realizzare una città integrata con il territorio circostante, creando un sistema urbano policentrico in cui le funzioni fossero distribuite in tutta l’area urbana e non solo nel Centro Storico. Contemporaneamente si assiste al trasferimento di alcune importanti funzioni al di fuori del perimetro della città antica, nel tentativo di decongestionare il centro e di stabilire nuovi poli in grado di indirizzare e qualificare lo sviluppo di aree più periferiche. Tuttavia, lo spostamento dei servizi verso l’esterno ha favorito un impoverimento del tessuto urbano del centro storico sempre più orientato verso una città legata alla monocultura turistica.
Nell’ambito della Città Metropolitana (che ha unito i comuni della ex Provincia di Firenze) nel 2013 viene inserito nella lista del Patrimonio Mondiale il sito delle Ville e Giardini medicei in Toscana e, nel 2021, riconosciuto l’ampliamento della Core Zone del Centro Storico di Firenze verso la collina di San Miniato al Monte. Queste nuove realtà patrimoniali creano l’opportunità di una visione della valorizzazione meno focalizzata soltanto sulle icone dell’arte, ma indirizzata sul rapporto tra arte, natura e paesaggio.
Questi ultimi anni hanno visto crescere e consolidarsi una nuova sensibilità nei confronti della salvaguardia del patrimonio culturale con l’obiettivo di preservare e incrementare la residenza nel centro storico e attivare politiche gestionali efficaci per contrastare il fenomeno del turismo di massa. Queste ed altre buone pratiche sono state favorite dalla presa di coscienza dell’appartenenza del Centro Storico di Firenze alla lista del Patrimonio Mondiale che ha portato l’amministrazione comunale all’approvazione nel 2006 del Piano di Gestione del Centro Storico di Firenze, aggiornato poi nel 2016 e nel 2022.